Cammini e sentieri nascosti d'Italia da percorrere almeno una volta nella vita by Stefano Ardito

Cammini e sentieri nascosti d'Italia da percorrere almeno una volta nella vita by Stefano Ardito

autore:Stefano Ardito [Ardito, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Sports & Recreation, Hiking
editore: Newton Compton
pubblicato: 2017-07-26T22:00:00+00:00


quota: da 1016 a 1394 metri

dislivello: 380 metri

tempo: 1.45 ore

difficoltà: E

segnaletica: frecce di legno, cartelli

quando andare: da maggio a novembre

Da Montesarchio, dove meritano una sosta il centro storico e il castello, si segue la tortuosa e panoramica strada che si alza in direzione di Campoli del Monte Taburno, e poi si piega a sinistra sul tracciato che si alza nel versante nord-orientale della montagna fino all’Albergo Monte Taburno (1016 metri). Si può arrivare fin qui anche da Campoli, da Apollosa, da Frasso Telesino o da Cautano.

A piedi si imbocca un sentiero, indicato da frecce e cartelli, che si alza con un tratto ripido e abbastanza faticoso nella zona più suggestiva della foresta, obliqua a destra, sale a tornanti sulla sinistra di un vallone, poi raggiunge una selletta (1208 metri, 0.30 ore) incisa tra il Taburno e il crinale secondario del Campigliano.

Qui il sentiero piega a sinistra e continua a salire tra magnifici faggi. Una serie di comodissimi tornanti porta a sbucare sulla cresta sommitale, che si segue fino alla grande croce della vetta (1394 metri, 0.30 ore).

Da qui, nelle giornate serene, lo sguardo raggiunge la Majella, il Matese, le Mainarde, il Vesuvio, Ischia, i Monti Lattari e i Monti Picentini. In quest’ultima catena, nonostante la distanza, appare con evidenza la vetta biforcuta dell’Accellica.

Vale la pena di proseguire in discesa verso est fino all’anticima (1333 metri, 0.15 ore a/r), dalla quale ci si affaccia sui ripidissimi valloni del versante meridionale della montagna. Si scende per l’itinerario di salita (0.45 ore).

90. IL VALLONE DELLE FERRIERE E LE SUE FELCI

Campania

Qual è la costa più spettacolare d’Italia? Se si bada solo alle aree selvagge, il titolo può andare al Golfo di Orosei, al litorale di Marettimo, ai canaloni lavici di Stromboli.

Se si includono anche le aree popolate dall’uomo, la scelta si amplia notevolmente. Entrano nell’elenco le Cinque Terre e Portofino, il Conero, l’Iglesiente, il Gargano. E la Costiera Amalfitana, il promontorio più famoso della Campania.

Tra i golfi di Napoli e Salerno, la Penisola sorrentina si allunga nel Tirreno in direzione di Capri. Ripida a settentrione, in direzione di Vico Equense e Sorrento, diventa incredibilmente selvaggia verso sud, dove il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi e le altre vette dei Monti Lattari precipitano verso Amalfi, Ravello e Positano con ripidi valloni rocciosi. Questo tratto – il versante meridionale della Penisola Sorrentina – prende il nome di Costiera Amalfitana.

Accanto ai centri storici, alle coltivazioni di limoni e alle piccole e bellissime spiagge sassose (la più nota è il “fiordo” di Furore, amato da fotografi e cineasti) la Costiera comprende varie aree protette, e offre a chi ama camminare dei sentieri di eccezionale fascino.

L’elenco include la breve passeggiata verso l’“Oasi del Filosofo” realizzata dal wwf su un terreno appartenuto a Benedetto Croce, il viottolo che scende da Termini alla Punta Campanella, di fronte ai Faraglioni di Capri e il “sentiero degli Dei”, che scende da Agerola a Positano affacciandosi su alcuni dei valloni più selvaggi della Costiera.

Chiuso da altissime falesie calcaree, il Vallone delle Ferriere è il più impressionante e il più grande tra i molti canyon che incidono la Costiera.



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